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Piccini 1882

A tu per tu con Michelangelo Piccini

La passione per il vino della cantina Piccini nasce nel 1882 con Angiolo Piccini e da allora si tramanda di generazione in generazione. La famiglia ha sempre combinato amore per la terra e rispetto per la tradizione, anticipando al contempo le sfide del futuro. Con la crescita internazionale e l’acquisizione di cinque tenute in varie regioni italiane, Piccini ha creato un legame profondo con il territorio. Il “Vino in Musica” rappresenta il connubio perfetto tra arte, musica e vino, riflettendo la fusione di tradizione e innovazione che caratterizza l’azienda.

Come nasce la passione e l’impegno nel produrre vino della vostra cantina?

La passione per il vino scorre nelle vene della nostra famiglia da cinque generazioni. Tutto ebbe inizio nel 1882, quando Angiolo Piccini fondò l’azienda nel comune di Poggibonsi. Da allora l’amore per la terra e il rispetto della tradizione sono andati di pari passo con la volontà di scrutare e anticipare il futuro. Di generazione in generazione l’azienda non ha mai smesso di prosperare, nemmeno durante gli anni più bui e tetri del XX secolo. Dal 1984, col trasferimento a Castellina in Chianti, la Piccini ha goduto di una crescita esponenziale, al punto di espandersi con successo sui più importanti mercati internazionali.  Lo slancio non si ferma, e ad oggi, nel 2020, i nostri vini fanno bella mostra di sé sugli scaffali di oltre 85 paesi. Nel corso della sua storia secolare, l’azienda ha costantemente investito in nuove proprietà, tanto che oggi sono ben cinque le tenute entrate nel novero della Piccini. Ognuna di esse rappresenta un’eccellenza vitivinicola italiana: il Chianti Classico, Montalcino, la Maremma, il Vulture e l’Etna.

Un aneddoto che mi strappa sempre un sorriso riguarda un episodio di tanti anni fa avvenuto a Poggio Teo, una delle vigne più iconiche della nostra azienda agricola Valiano, nel Chianti Classico. Quel giorno ero sgattaiolato via per ammirare la maturazione dell’uva, ma tanta era l’enfasi che avevo messo nelle gambe che inciampai. Nel tentativo di riacciuffarmi, mio padre perse l’equilibrio e capitombolò per terra, facendo ruzzolare a sua volta mio nonno.

Quale vino vi rappresenta maggiormente, e perché?

Il vino che porto nel cuore è senza dubbio il Vino in Musica. In esso pittura, musica e vino si fondono per dare vita ad un connubio che celebra l’arte a 360 gradi. Nato dalla collaborazione con il genio dell’artista Giuseppe Chiari, Vino in Musica esalta l’animo sensibile ed elegante di mio nonno.

La nostra azienda si pone in perfetto equilibrio tra l’impegno costante a custodire la tradizione e l’attenzione all’innovazione. I nostri vini racchiudono l’essenza del territorio che li ha visti nascere, assecondando il credo aziendale “un vitigno – un territorio”. Pur nel rispetto del passato, le nostre cantine aprono le porte alla contemporaneità, tramite il ricorso ad un’agricoltura biologica e a nuove tecniche di vinificazione che ci consentono di esprimere in bottiglia tutta la qualità del territorio.

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