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Piccini 1882

Arriva la quinta generazione.Dopo aver scritto 140 anni di storia, Piccini continua a pensare al suo futuro

Dal 2017 l’azienda ha aperto le sue porte alla quinta generazione, continuando una tradizione di famiglia lunga 140 anni. Con grinta e dinamismo, Ginevra, Benedetta e Michelangelo hanno portato nuove idee e tracciato nuove rotte, con l’obiettivo di portare in alto la bandiera di Piccini.

«Per noi – commenta Benedetta – l’azienda è come una sorella, tanto che in famiglia ci divertiamo a chiamarla ‘la primogenita’»

«Alle volte – interviene Ginevra – è complicato scindere la dimensione lavorativa da quella familiare, ma a noi piace così: non smettiamo mai di indossare i panni della famiglia italiana del vino»

«Certo, fin quando siamo d’accordo è tutto bellissimo» scherza Michelangelo.

Ciò che colpisce, ascoltando i tre ragazzi, è la perfetta sintonia che si accende nelle loro parole. Pur conservando le loro distinte e spiccate personalità, risuonano all’unisono, come gli strumenti di una filarmonica. Il direttore d’orchestra di questo trio d’eccezione è ovviamente il padre Mario, che con esperienza ed accortezza sta guidando i suoi ragazzi.

«Il babbo è un uomo vulcanico – sottolinea Ginevra – è un imprenditore che ha saputo anticipare i tempi»

«E’ un visionario – le fa eco Michelangelo – a tratti sembra che abbia l’abilità di leggere nel futuro. Ancora però non sappiamo dove nasconda la palla di cristallo. Scherzi a parte, è un imprenditore con un fiuto eccezionale: riesce ad interpretare le tendenze del mercato, lanciandosi costantemente in nuovi progetti, con ambizione, intelligenza ed un pizzico di coraggio»

«Per noi è un privilegio poter seguire i suoi insegnamenti – aggiunge Benedetta – sia in veste di AD che come padre. Negli anni, ci ha trasmesso il suo valore più grande: l’amore verso la famiglia. La nostra unione è sempre stata la sua massima fonte di felicità. In fondo, a casa e a lavoro, prima di tutto, siamo una famiglia»

Le parole dei tre ragazzi colpiscono nel segno: in ogni angolo dell’azienda si respira un’aria di famiglia. Tutte le mattine, Mario fa gli onori di casa facendo capolino dalla porta di ogni ufficio per salutare col suo sorriso. Un gesto semplice, eppure mai banale.

«Sarà dura replicare i successi di nostro padre – osserva Ginevra – i tempi sono cambiati e le sfide del mercato non sono le stesse di 30 anni fa. La concorrenza si è fatta più agguerrita e le esigenze dei consumatori sono in continuo movimento. Tuttavia, il grande merito di Mario è quello di aver plasmato un’azienda dinamica, che ha fatto della flessibilità la sua cifra stilistica»

«Ricevere questa eredità è senza dubbio uno stimolo, ma anche un’enorme responsabilità – chiosa Benedetta – ogni generazione, nel tempo, ha lasciato la sua impronta, il suo marchio di fabbrica. Noi siamo entrati in punta di piedi, ma abbiamo tutta l’intenzione di lasciare il segno, come i nostri antenati hanno fatto prima di noi. In fondo, come diciamo sempre, a Piccini guardiamo in avanti, per tradizione»

«Noi siamo una squadra – esclama Michelangelo – le sfide non ci spaventano. Nessuno dice che sarà semplice dimostrarci all’altezza della nostra storia, ma noi siamo tosti, ‘Piccini’ solo di cognome»

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