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Piccini 1882

La bussola dell’imprenditore. Raffaele Tovazzi intervista Mario Piccini, in un viaggio tra mente e cuore

Mario Piccini riflette sul legame tra tradizione e futuro, ricordando il brindisi del padre per il suo diciottesimo compleanno come simbolo di responsabilità e crescita. Sottolinea che il futuro non va atteso passivamente, ma costruito giorno per giorno attraverso il miglioramento costante. Raffaele Tovazzi cita Eric Hoffer per elogiare la sua apertura all’apprendimento continuo.

R: Sai Mario, c’è una grande qualità che ti riconosco: la facilità con cui riesci a viaggiare lungo la linea del tempo, tra passato e immaginazione del futuro. Questo ci ricorda che Piccini prima di essere un brand è soprattutto una dinastia. Quindi ti chiedo, quanto è forte il peso di questa tradizione e quanto ti aiuta ad immaginare con così grande chiarezza il futuro?

M: Mi viene in mente un bellissimo ricordo di me e mio padre, che secondo me rende bene l’idea. Era il mio diciottesimo compleanno. Mio padre mi convocò nel suo studio e, porgendomi un bicchiere di vino, mi disse “Facciamo un brindisi, perché questo momento sia l’inizio del tuo viaggio verso il futuro. Un viaggio in cui poterai sempre con te, e agli altri, il nome della famiglia”.

Pensa che ancora oggi sento il peso di questa pacca sulla spalla e di quella fiducia di cui mi ha investito. Vivere nel futuro, in fondo, significa cercare di cambiare sempre qualcosa nel presente. Se ci pensi, per quanto il futuro possa apparire lontano, affinché il domani sia oggi basta non far niente. Possiamo limitarci ad aspettarlo con le braccia conserte, come quando sei in attesa del bus. Ma così facendo, il futuro ci investe e ci coglie impreparati. Per questo, cerco di migliorarmi costantemente, dandomi la forza e fornendomi dei mezzi più appropriati per affrontare il domani con la giusta tempra e determinazione. È sempre una questione di prospettive. Vivere nel futuro non significa avere la palla di cristallo, o avere sempre la verità in tasca, già confezionata. Al contrario, è un invito a comprendere che ogni nostra azione ha sempre un nesso col passato e col futuro, ovvero, possiede una causa ed un effetto. Pertanto, agire su ciò che facciamo oggi è il miglior modo per capire, domani, quale strada imboccare. Un po’ come uno studente che si impegna ogni giorno, in vista dell’esame finale.

R: C’è tanta verità nelle tue parole, Mario. Mi hai ricordato un bellissimo aforisma di un grande filosofo statunitense, Eric Hoffer: “in un mondo in continuo cambiamento coloro che non sono stanchi di imparare erediteranno la terra, mentre coloro che si ritengono già istruiti si ritroveranno perfettamente formati per un mondo che non esiste più”. Senza ombra di dubbio, posso dire che tu sarai tra quelli che erediteranno la terra, perché possiedi un invidiabile spirito di autocritica che ti spinge costantemente ad imparare. Nonostante i tuoi grandi traguardi, sai metterti sempre in gioco, con l’animo di un ragazzino che vuole sempre sbirciare oltre l’orizzonte.

M: Credo che questa sia la chiave, non solamente nell’ambito lavorativo, ma anche e soprattutto nella vita. Lo vedo anche nei miei ragazzi. Nei loro occhi c’è lo stesso fuoco e la stessa passione che mi hanno sempre accompagnato, ed è bellissimo poter immaginare il futuro insieme, giorno dopo giorno. Io sono qui per tendere loro la mano, quando inciamperanno. Tutti sbagliamo, fa parte del percorso di crescita di ognuno, ma l’importante è scrollarsi la polvere di dosso e ripartire subito con grinta.

Tuttavia, anch’io, allo stesso tempo, ho molto da imparare dai miei figli. La loro fiamma e la loro curiosità sono una fonte, prima che di orgoglio, di ispirazione. Questo è possibile perché da ambo le parti c’è un’immensa fiducia, che ci permette di disegnare insieme le nuove rotte dell’azienda e della nostra famiglia.

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